Ciao e grazie di essere qui. Oggi mi piacerebbe parlare con te di un concetto fondamentale per sé stessi e per gli altri: la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Sembra facile, sembra scontato e di poco conto perché siamo immersi nella frenesia e nelle logiche dell’individualismo, per cui i miei pensieri, il mio modo di vivere, il mio modo di fare viene prima di te ed è migliore del tuo.
Stento a credere che una dinamica del genere non inneschi continue liti. Tra fidanzati, tra coniugi, tra amici. Tra persone. E queste liti, se covate e non elaborate adeguatamente, creeranno gradualmente ma inesorabilmente dei muri o la perdita del rapporto.
Perciò, è arrivato il momento di chiederti: sai cosa significa concretamente mettersi nei panni dell’altro? Ti aiuto io. Non si tratta solo di un gesto, compiuto una volta ogni tanto ma consiste in una vera e propria propensione a mettere in secondo piano l’IO per far spazio al TU. Un gioco di inversione di ruoli. E’ fermarsi a pensare: “Come potrebbe mai sentirsi mia moglie in questa situazione?” oppure “Cosa proverebbe il mio fidanzato se facessi/dicessi..?”
Pensi sia un lavoro inutile o troppo faticoso? Non sai però quanti benefici ti regalerà. Perché mettere al centro l’altro, ti aiuta a capirlo meglio, a renderlo felice, a farlo sentire compreso e accolto da te. Sono queste le piccole azioni che cambiano il mondo, sai. Le azioni che mettono in circolo l’amore e proprio perché è un circolo torna poi al mittente. Sempre e sotto forme inaspettate. Personalmente chiamo queste azioni piccole rivoluzioni che non richiedono clamore o voci forti, quanto piuttosto la consapevolezza che dobbiamo essere noi per primi a fare il primo passo verso il cambiamento. Certo, questo per te significa uscire dai tuoi schemi, dai tuoi soliti parametri di giudizio, dalla tua comodità di aspettare di ricevere qualcosa dall’altro. Capisco che se non abituata/o a questa mentalità può sembrarti complicata da attuare ma io so come aiutarti. Per il momento ti invito a iniziare tu per prima/o.
Inizia tu a interrogarti su come può essersi sentita tua madre ieri quando le hai risposto in quel modo o da cosa può essere dipesa la reazione del tuo fidanzato che oggi non ti è piaciuta. Mettiti nei suoi panni e chiediti cosa ha provato e come potrebbe sentirsi. Mettiti in ascolto di una voce silenziosa. Questo ti aiuterà a rivedere alcune tue posizioni, a modificarle e ad abbassare le tue difese.
In quante situazioni parti prevenuta/o? Quante volte alzi il tono della voce solo per attirare l’attenzione su di te e farti sentire? Quante volte avresti voluto che l’altro sapesse il dolore/la fatica/l’impegno/l’amore che hai speso per fare una cosa? Immagino tante. Ecco, riconoscendo le sue emozioni, l’altro potrà riconoscere anche le tue. Malintesi, risposte sbrigative, domande mal poste, sottointesi, sguardi cupi, toni diversi celano tante emozioni e stati d’animo, che spesso restano in penombra e non vengono espressi esplicitamente.
Chiaramente a volte ci sono alcuni problemi di comunicazione che complicano le cose. Dai detti, detti male e non detti nasce il giudizio verso l’altro. Giudizio che vanta un’ampia gamma di alleati: pretesa, critica, lamentela, presunzione, arroganza, superbia, distacco, freddezza. Io posso aiutarti a comprendere come e quando mettere in pratica lo strumento di cui ti sto parlandoe sono sicura che chi hai intorno noterà la differenza. Perché mettersi nei panni dell’altro migliorerà la tua coppia, le tue relazioni a lavoro, in famiglia, con gli amici ma soprattutto farà sentire bene te.
Concludo condividendo una frase di Walt Whitman che mostra l’essenza del mio discorso di oggi: Io non chiedo al ferito come si senta, io divento il ferito.
A presto, V.
Leggi anche gli altri articoli –> https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu/ https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu-io-e-te-2/
Un pensiero su “A tu per tu io e te – 3”
Un mondo popolato da persone empatiche è oggettivamente un mondo migliore. ma è un’utopia.
Una persona empatica che vive in questo mondo dovrà abituarsi a convivere con sofferenza e solitudine…
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