Ciao e grazie di essere qui. Siamo già arrivati al nostro quinto appuntamento e oggi condividerò con te una tematica importante rispondendo ad un’altra domanda di un lettore della rubrica: “Quando faccio una cosa cerco sempre di farla nel modo migliore possibile ma non mi sento mai soddisfatto o contento di me stesso. Vorrei sempre di più. Perché? Come posso risolvere questo problema?”
Quante volte anche tu ti sei sentita/o insoddisfatta/o di te stessa/o?
Un po’ per l’educazione ricevuta, un po’ per come ti modelli in base alle influenze ed esperienze con cui entri in contatto e un po’ per l’impostazione sociale, impari e assorbi un modo di fare e pensare orientati alla quantità e al risultato. Corri, produci senza fermarti, non hai tempo per pensare, devi andare avanti altrimenti sarai in ritardo rispetto agli altri..
La vita però non si dimentica di te e ti concede di vivere alcuni momenti e situazioni di sosta forzata. E lì ti senti mancare la terra sotto ai piedi. Non sai come affrontare il vuoto, l’attesa, l’incertezza. Ti senti disorientato. Abituato a correre, fermarti ti crea quasi più dolore. Perché sei obbligato a riflettere, sei obbligato a guardare in faccia cose, sentimenti, emozioni che nella corsa avevi messo tra parentesi. Fermarti significa fare bilanci, significa soffermarti a pensare e a guardare nel dettaglio quanto fatto finora.
Tendenza ad accumulare senza mai godere pienamente. Tendenza a rimproverarsi pretendendo di più da sé. Ci pensi mai, invece, che quando arrivi alla fine della giornata, anche se non hai portato a termine tutte le cose che ti eri prefissata/o , hai fatto quello che oggettivamente potevi, con i mezzi che avevi, con il tempo che avevi e con lo stato d’animo di cui disponevi? Ci pensi mai a dirti brava/o per quello che hai fatto? A riconoscere che hai fatto bene lo stesso?
Quanti sensi di colpa o di inadeguatezza ti assalgono se non sei perfetta/o? Che poi, di quale perfezione stiamo parlando? Piuttosto, guardiamo con un altro paio di occhiali e impariamo i concetti di riconoscimento e accettazione.
- “Oggi non ho fatto tutto quello che avrei dovuto. Non sono soddisfatta”.
- “Oggi non sono stato al 100% come sempre. E’ una giornata da buttare”.
Perché? Posso aiutarti a leggere queste due ipotetiche situazioni in un altro modo, che ti permetterà di rispettarti di più e di valorizzare di più quello che c’è, piuttosto che squalificarti per quello che non c’è.
- Se non sei riuscita a mettere una spunta ad ogni singola voce della lista (molto lunga, ammettilo) di cose che avevi in programma, non significa che non hai fatto bene le cose svolte. Potrebbe significare che ti sei presa un momento per te, per riprendere fiato e hai camminato invece di correre. Oppure potrebbe significare che effettivamente in quella giornata non eri predisposta per fare tutto o non eri al top delle tue energie ma hai fatto quello che potevi. Riconoscitelo e perdonati per qualcosa che in realtà non merita colpe. Sei tu ad addossartele. E magari quel fiato che hai ripreso oggi potrebbe farti tornare al passo consueto domani con più lucidità e prontezza.
- Se non sei stato al 100% un motivo ci sarà: stanchezza accumulata, pensieri, ansia, demotivazione. Impara a conoscerti e a capire come ricaricarti. Cosa ti occorre per migliorare la tua prestazione? In alcuni casi la risposta potrebbe essere riposo e non c’è motivo per cui sentirsi in colpa o inadeguati. Siamo uomini, non macchine. E ti dico, l’energia che hai e consumi nei momenti in cui ti senti bene e di cui a volte abusi, il tuo corpo e la tua mente te ne faranno pagare il prezzo a tempo debito.
Imparare a conoscersi, a rispettarsi e a non giudicarsi sono importanti passi per volersi bene. Se anche rallentiamo non siamo inconcludenti o buoni a nulla. Il nostro valore non deriva dalla quantità di cose che facciamo ma dalla loro qualità.
Forse, essere grati significa riconoscere ciò che si ha per quello che è. Apprezzando le piccole vittorie. A fine giornata, il fatto che abbiamo la forza di stare in piedi è ragione sufficiente per festeggiare. (M.G.)
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A presto, V.
Per leggere gli articoli precedenti:
1 incontro https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu/
2 incontro https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu-io-e-te-2/
3 incontro https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu-io-e-te-3/
4 incontro https://vanessasaralli.com/a-tu-per-tu-io-e-te-4/
Un pensiero su “A tu per tu io e te – 5”
Verissimo tutto..
Per anni non mi sono fermata… per il lavoro.. perché le energie me lo permettevano….o semplicemente per non pensare preferivo nn fermarmi… ora che ho deciso di fermami tante cose sono venute a galla , mi sn dovuta fermare e ho riflettuto. Tante volte ero stanca ma nn volevo fermarmi e ora che ci sono giornate vuote semplici in cui nn faccio nulla vorrei riempirle …. di vita di cose di sorrisi di risate … ma non sempre è possibile. E quando nn le riempo mi stanco di più…. perché la mente pensa troppo… ma devo essere forte io a tirarmi su e trovare il bello o cmq il lato positivo anche di queste giornate
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