Ciao e grazie di essere qui. Hai presente la frase “Non diventare quello che ti hanno fatto”? Bene, mi è tornata in mente l’altro giorno mentre tornavo a casa dopo il lavoro. Sono tante le frasi che sentiamo, che ci piacciono ma in alcuni momenti alcune ci balenano nella mente all’improvviso come un’illuminazione. Mi sentivo soddisfatta perché il lavoro era andato bene. In particolare mi aveva colpito una mamma, preoccupata per il futuro del figlio, che era riuscita a raccontarmi le sue paure, le sue perplessità con lucidità, sentendosi a suo agio.
Farti sentire accolta/o e capita/o è un obiettivo imprescindibile per me. Favorisce la costruzione di un’alleanza, di un rapporto di fiducia che mi permette di aiutarti meglio. Tutte le persone che ascolto sono importanti, tutte le loro storie meritano attenzione e dedizione. Però la lampadina che mi si è accesa questa volta mi ha fatto riflettere sul fatto che in tante occasioni ho incontrato o sono venuta a conoscenza di persone che non hanno saputo svolgere adeguatamente il loro ruolo: troppo sbrigative, poco motivate, poco umane e non predisposte al contatto con gli altri. Immagina l’effetto a catena che questo può innescare o l’esperienza negativa che può generare.
Sai a volte non è tanto il saper fare quanto il saper essere. Il fare si può imparare, se ci si impegna. L’essere bisogna averlo dentro. Il merito di questa tipologia di persone però è stato quello di farmi prendere consapevolezza di come volevo essere, di come concepire il mio lavoro e di come è importante porsi con l’altro. Per questo ti ho citato quella frase all’inizio: non per forza bisogna identificarsi con le cose negative o spiacevoli che riceviamo ma possiamo usarle per trasformarle in un nostro punto di forza.
Io credo fermamente nell’importanza di offrire all’altro un posto tranquillo, sicuro, in cui sentirsi capito, ascoltato. Nel quale sentirsi considerato e degno di importanza. Dove ha la possibilità di raccontarsi, di aprirsi senza provare vergogna per le proprie debolezze e dove imparare passo dopo passo ad accettarsi e a non scandalizzarsi più per i suoi comportamenti, per le sue reazioni, per le sue scelte. Il mio modo di lavorare prevede che la persona sia messa al centro al fine di prendermi veramente cura di lei.
Credo fermamente nella gentilezza e nel suo potere, nella bontà d’animo e nei benefici in grado di innescare. Credo nei cuori buoni. Ma soprattutto penso che ciò che possa fare la differenza sia vivere le cose in cui credo e in cui mi rispecchio. E sono convinta del potere curativo delle parole. Il mio scopo è di curare le anime, le persone e il loro mondo interno. Non solo i corpi. Non solo quello che si vede esternamente ma anche e soprattutto quello che spesso viene trascurato: il sostrato interno. E’ lì la tua essenza, lì la tua bellezza, lì la tua diversità, lì la tua reale identità. Lì risiede il tuo dolore, che a volte nascondi, che a volte sotterri, che a volte dimentichi. Partiamo da dentro, rimettendo insieme tutti i pezzi del tuo bellissimo puzzle. Insieme. Posso aiutarti.
Se niente ci salva dalla morte, che almeno l’amore ci salvi dalla vita.
L’amore può salvare.
A presto, V.
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